Fagocitazione Metamorfica
<<[…] alcuni uomini hanno una profonda ferita connessa al sentirsi fagocitati, “inghiottiti” per cui guardano con indifferenza l’esporsi o il permettersi di essere vulnerabili in situazioni poco familiari. Se il nostro bambino emozionale si è sentito fagocitato, quando qualcuno si avvicina diventiamo sospettosi, poiché le nostre esperienze passate dell’”amore” sono inconsciamente associate al dolore e al tradimento. Avvolte, a causa del nostro particolare condizionamento infantile, siamo più in contatto con la paura di essere controllati, manipolati o posseduti che con quella di essere lasciati. La paura di essere inghiottiti può essere così forte da spingerci a impedire che chiunque ci venga vicino e, se non lo facciamo, siamo continuamente nel terrore di venire sopraffatti. […] la sensazione di essere inghiottiti può essere provocata da cause apparentemente insignificanti o irrazionali, ma una volta provocata c’è un impulso incontenibile a fuggire il più in fretta e il più lontano possibile dalla minaccia. Qualunque sia la spiegazione portiamo dentro di noi una sensazione di sfiducia nell’” amore”.
Sentirsi fagocitati è una forte esperienza di abuso, perché compromette la capacità di affrontare il mondo e impedisce lo sviluppo dell’autostima, di conseguenza, chi ha una forte ferita della fagocitazione ha la convinzione profonda e potente che la sua energia vitale, la sua creatività, la sua libertà, la sua sessualità e spiritualità verranno annientate e distrutte se lascerà avvicinare qualcuno. Questa paura crea un lacerante conflitto interiore: sappiamo di non poter vivere senza amore eppure diffidiamo dell’amore […] La ferita della fagocitazione comporta l’inespressa aspettativa che l’altro sia sensibile, rispettoso, premuroso e comprensivo, vogliamo che il mondo si adegui ai nostri ideali e, se qualcuno ci delude, ci sentiamo indignati e arrabbiati […] soli e traditi. In effetti è un risveglio doloroso accorgersi che gli altri non sono come noi vorremmo che fossero. […]>>.
[1] Pseudonimo di Thomas Trobe- Psichiatra che ha individuato nella co-dipendenza la fonte del malessere dell’uomo moderno.
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